Ecco la prima opera in versi di stampo squisitamente dadaista di Benjamin Péret. Correva l’anno 1921, apogeo delle attività del gruppo Dada parigino.

Péret sarebbe diventato in seguito una colonna del movimento surrealista internazionale e, tra le altre cose, avrebbe combattuto in Spagna nel 1936-37 tra le file del POUM e della Colonna Durruti.

Testi frizzanti, ironici, senza costrizioni metriche o semantiche. Distanti anni luce dalle corbellerie di tutti quei poeti che poetano e basta.

 

Extrait de la préface de Carmine Mangone:

BENJAMIN PÉRET,
IL POETA“IMPOSSIBILE”

L’immagine forse più nota del poeta surrealista Benjamin Péret (nato nel 1899 a Rezé, nei pressi di Nantes, e morto a Parigi nel 1959), quella che comunque ce lo restituisce in tuta la sua genuina intransigenza, è la foto dovuta alla prontezza di riflessi e alla presenza di spirito del giovane Marcel Duhamel che, nell’estate del 1926, a Plestin‐les‐Grèves, gli scata unʹistantanea mentre per strada se la prende con un prete che stapassando. La foto finirà poi sulle pagine della Révolution Surréalistecon tanto di breve ma folgorante didascalia sul“nostro collaboratore Benjamin Péret che insulta un prete”. Péret, conosciuto Breton nel 1920 a Parigi, si geta da subito a capofito nel‐ lʹavventura dadaista per poi aderire successivamente a tute le atività del gruppo surrealista storico. Del 1921 è la sua prima raccolta, Le Passager du Transatlantique (edizioni Au Sans pareil, collection Dada), dove gli echi apollinairiani si mescolano alla vivacità e al non‐sense tipicamente dadaisti.

 

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